lunedì 12 settembre 2016

ULTRASONOGRAFIA O ECOGRAFIA INTRAVASCOLARE

Pubblico volentieri un lavoro di ricerca svolto da una studentessa del master MEPIO sull'ecografia intravascolare, lavoro originale vista anche la professione della collega Silvia Gentile: Ostetrica

L’ecografia intravascolare, conosciuta anche come eco-coronarica, ecografia endovascolare o ecocardiografia intravascolare, permette di ricevere delle immagini di tipo quantitativo e qualitativo direttamente dall’interno dei vasi arteriosi, ottenendo delle informazioni aggiuntive rispetto l’ecografia tradizionale esterna.
La tecnica viene utilizzata in sostituzione all’angiografia nei casi più complessi di coronaropatie durante l’ impianto di stent, risultando più performante.
IVUS (Intravascular Ultrasound) permette di eseguire misurazioni accurate dei vasi, coronarie nello specifico, dando la possibilità di pianificare un corretto e personalizzato piano terapeutico e/o chirurgico per il paziente.
LA SONDA:
Catetere per angiografia con trasduttore ultrasonoro miniaturizzato ad altissima frequenza (fino a 22MHz) applicato alla sua estremità1. I cateteri hanno un diametro che varia tra 2,6 e 3,5F (0,87-1.17 mm) per una lunghezza di 1 m.
LA TECNICA:
Per ottenere le immagini occorre che il vaso prescelto venga prima incannulato con un catetere guida poi, su di una guida di angioplastica viene fatto avanzare il trasduttore.
La sonda viene posizionata distalmente alla sezione coronarica lesionata oggetto di studio.
Successivamente il trasduttore viene fatto scivolare in senso distale-prossimale fino a raggiungere l’ostio del vaso, ottenendo una serie di scansioni trasversali del vaso, per tutta la sua lunghezza.
L’acquisizione delle immagini può essere eseguita manualmente o tramite un meccanismo automatizzato (pull-back automatico) che esercita una trazione del catetere ad una velocità
costante compresa tra

0,5 e 1 mm/sec.
Prima di inserire il

trasduttore IVUS nei
vasi coronarici è
indicato somministrare
di eparina in bolo
(5000UI) ed infondere
nitrati intracoronarici
(nitroglicerina 0,1-0,3 mg)2.
L’IVUS è una metodica invasiva, esattamente come la coronarografia, ma in questo caso si ottengono informazioni preziose riguardo il lume vasale, la parete vascolare e la placca aterosclerotica per via endovascolare.
Le complicanze legate alla procedura hanno una bassa incidenza (<1%): lo spasmo coronarico focale è la più frequente (3% delle procedure), riscontrabile nei pazienti con angina instabile e/o IMA (Infarto Miocardio Acuto); tra le altre complicanze si evidenziano
trombosi acuta, dissezione del vaso, intrappolamento filo guida e slow-flow phenomenon (flusso lento/stasi sanguigna).
I rischi, sebbene bassi, sono legati a: reazioni allergiche ai materiali o farmaci impiegati, sanguinamento della sede di inserimento del catetere, formazione di coaguli, ostruzione dello stent, aritmie, insufficienza renale in pazienti affetti da diabete o con una storia anamnestica positiva e nei casi più rari infarto del miocardio ed ictus.
Il paziente viene generalmente sedato, viene eseguita un’anestesia locale nella sede prescelta per l’introduzione del catetere, arto superiore o, preferibilmente, inguine. Attraverso l’arteria femorale il catetere viene spinto fino al cuore o al vaso oggetto di indagine.
Al termine dell’esame e della rimozione del catetere, il paziente viene tenuto sotto osservazione per una durata compresa tra 3 e 6 ore se l’esame viene eseguito durante una cateterizzazione cardiaca o di 12-24 ore se viene eseguito durante angioplastica, al fine di escludere e prevenire complicazioni.
IMAGING:
Nelle arterie coronarie si identificano due interfacce:
  1. tra il lume vasale e l’intima
  2. tra la tonaca media e l’avventizia
Lo strato esterno (avventizia) è il più iperecogeno per via della presenza della membrana elastica esterna, mentre lo strato interno (intima), che delimita il lume del vaso, risulta anch’essa essere ecoriflettente, ma varia per iperecogenicità rispetto al primo (meno chiaro).
Il sangue appare come una struttura in movimento, poco ecoriflettente; questa caratteristica risulta essere particolarmente utile al fine di individuare eventuali dissezioni dei vasi.
In presenza
aterosclerotica gli strati evidenziati risultano essere due e non più tre.

Le dimensioni del vaso arterioso sono determinate dall’area delimitata della membrana elastica esterna ed il lume delimitato dal bordo dell’intima. Questa area viene denominata Cross Sectional Area (CSA).
Negli ultimi anni è stato introdotto un software che permette di elaborare i segnali ricevuti e produrre
delle immagini a colori a seconda del tipo di tessuto che si interfaccia con il fascio ultrasonoro (es. tessuto fibrotico di colore verde, tessuto necrotico di colore rosso, lipidi di colore giallo).
di placca
L’ECOGRAFIA INTRAVASCOLARE CORONARICA:
Questa innovativa tecnica di imaging permette di studiare a 360° la sezione vasale del distretto coronario attraverso l’impiego di una tecnica intraluminale.
Ciò che la rende unica è la possibilità di ottenere un’analisi il più verosimile ed accurata possibile del vaso arterioso/coronario in esame a prescindere dall’angolo di proiezione del trasduttore.
Nel campo dell’aterosclerosi fornisce prospettive tomografiche delle coronarie e della placca aterosclerotica.
APPLICAZIONE DIAGNOSTICA ED INTERVENTISTICA:
L’applicazione dell’IVUS in campo diagnostico ed interventistico ha trovato molte adesioni in quanto permette di individuare l’arterosclerosi coronarica anche in quei pazienti che risultano avere una coronarografia negativa per via del fenomeno del rimodellamento positivo.
In conclusione lo spettro di azione risulta essere piuttosto ampio: valutazione della composizione della placca aterosclerotica, misurazione del grado della stenosi, valutazione delle dimensioni del diametro vasale, scelta del tipo di stent da applicare per l’angioplastica secondo il caso specifico e controllo post-stenting, valutazione delle lesioni coronariche angiograficamente sub-critiche localizzate nella regione ostiale, nelle biforcazioni o nel tronco comune, individuazione di complicanze legate alla procedura, valutazione del grado di re-stenosi, possibilità di agire efficacemente nei casi di dissezione aortica e
CONCLUSIONI:
L’ecografia intravascolare (IVUS) risulta essere il gold standard per la valutazione delle placche coronariche in vivo, soprattutto dopo l’introduzione di software che elaborano l’immagine con scale colorate.

        BIBLIOGRAFIA:
  •   CITTADINI Diagnostica per immagini e radioterapia - G. Cittadini,G. Cittadini, F. Sardanelli
  •   MALATTIA CORONARICA. Fisiopatologia e diagnostica non invasiva con TC - F. Fedele, M. De Maria

  • SITOGRAFIA

  •   https://books.google.it/books?id=qQXqzvg3rCQC&pg=PA68&lpg=PA68&dq=sonda+per+ecografia+intravas colare&source=bl&ots=RJ5jGTgq2l&sig=DPKUzmVeDZYRSsR9igNI9kryQvQ&hl=it&sa=X&ved=0ahUKE wiJwNPUy- bOAhWEJhoKHdfRAWEQ6AEISzAG#v=onepage&q=sonda%20per%20ecografia%20intravascolare&f=fals e
  •   http://gennarinoborrello.jimdo.com/cos-%C3%A8-l-aterosclerosi/l-aterosclerosi-delle-arterie-coronarie/l- ecografia-intracoronarica-ivus-e-la-tomografia-ottica-computeriz-oct/
  •   http://it.healthline.com/health/ecografia-intravascolare#Panoramica1
  •   http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/11097403
  •   http://www.nuovainformazionecardiologica.it/