Articolo apparso su Scenario rivista dell' ANIARTI
https://www.aniarti.it/it/content/lutilizzo-dellecografia-nellassistenza-infermieristica-una-revisione-bibliografica
un conto è essere un infermiere che usa l'ecografo un altro è essere un infermiere che usa l'ecografia
venerdì 14 luglio 2017
Ecografia infermieristica, parte integrante del processo di cura
Articolo apparso su Nurse 24.
https://www.nurse24.it/infermiere/lavorare-come-infermiere/ecografia-infermieristica-parte-integrante-del-processo-di-cura.html
https://www.nurse24.it/infermiere/lavorare-come-infermiere/ecografia-infermieristica-parte-integrante-del-processo-di-cura.html
venerdì 31 marzo 2017
UN CASE REPORT PER L'UTILIZZO DEGLI U.S. NELLE ULCERE DA PRESSIONE
Three-dimensional ultrasound imaging of the pressure ulcer. A case report.
Koichi Yabunaka1, Shinji Iizaka1, Gojiro Nakagami2, Masayuki Fujioka1, Hiromi Sanada1
1Department of Gerontological Nursing/Wound Care Management, Graduate School of Medicine, University of Tokyo, 2Department of Ultrasound, Katsuragi Hospital, Osaka, Japan
Abstract
We report the case of a 46-year-old female who presented with a category IV pressure ulcer (PU) in the sacral region. Undermining of the PU was assessed with the aid of two-dimensional and three-dimensional ultrasound (3D-US).3D-US clearly visualized the wound in three directions and allowed determination of its volume. Our results show that volumetric analysis carried out with 3D-US enables the evaluation of wound morphology and thus better treatment of patients with PUs. The technique is simple and can be used routinely in daily wound management to assess the volume of the undermined wound.
Keywords: three-dimensional ultrasound, two-dimensional ultrasound, pressure ulcer
We report the case of a 46-year-old female who presented with a category IV pressure ulcer (PU) in the sacral region. Undermining of the PU was assessed with the aid of two-dimensional and three-dimensional ultrasound (3D-US).3D-US clearly visualized the wound in three directions and allowed determination of its volume. Our results show that volumetric analysis carried out with 3D-US enables the evaluation of wound morphology and thus better treatment of patients with PUs. The technique is simple and can be used routinely in daily wound management to assess the volume of the undermined wound.
Keywords: three-dimensional ultrasound, two-dimensional ultrasound, pressure ulcer
mercoledì 1 febbraio 2017
Prova sul campo sonde Wireless 2
In aggiornamento al mio precedente post riguardante la sonda wireless posto le caratteristiche della nuova sonda uscita da pochissimo l' OTE- L102 dove L sta per linear.
Nella prova pratica salta subito all'occhio il miglioramento della qualità dell'immagine rispetto al modello precedente, sullo schermo del tablet vi sono comandi utili quali il TGC e la possibilità di spostare il fuoco.
La cosa più eclatante, a mio avviso, presente su questa sonda è la presenza della seconda armonica e la possibilità di escluderla; ai più questo può non voler dire nulla ma per gli addetti ai lavori la caratteristica è una vera chicca.
Il confronto tra le due sonde è evidentemente a favore dell'ultima nata, il Depth è più che raddoppiato, sono raddoppiati i canali di trasmissione con aumento della qualità dell'immagine e della fluidità della stessa, le dimensioni sono leggermente aumentate ma con una riduzione del peso (circa 60 gr in meno).
Non sono variati le 256 tonalità di grigi e l'autonomia che è sempre di 3 ore ma sulla brochure è comparsa...3 ore o più....
Per evitare furti o furberie varie si potranno rintracciare le sonde attraverso un' applicazione GPS quindi a prova di "allontanamento".
Che dire?
Miglioramento rispetto alla precedente, maggiore fluidità, migliore qualità dell'immagine, minor peso mantenendo la stessa autonomia... ci stiamo avvicinando alle prestazioni di un ecografo clinico? Mah vedremo!!!
Spero di poter verificare i miglioramenti sia con la sonda Convex che con la Phased Array.
Alla prossima!
P.S. Anche questa volta non me ne hanno regalata una!
Nella prova pratica salta subito all'occhio il miglioramento della qualità dell'immagine rispetto al modello precedente, sullo schermo del tablet vi sono comandi utili quali il TGC e la possibilità di spostare il fuoco.
La cosa più eclatante, a mio avviso, presente su questa sonda è la presenza della seconda armonica e la possibilità di escluderla; ai più questo può non voler dire nulla ma per gli addetti ai lavori la caratteristica è una vera chicca.
Il confronto tra le due sonde è evidentemente a favore dell'ultima nata, il Depth è più che raddoppiato, sono raddoppiati i canali di trasmissione con aumento della qualità dell'immagine e della fluidità della stessa, le dimensioni sono leggermente aumentate ma con una riduzione del peso (circa 60 gr in meno).
Non sono variati le 256 tonalità di grigi e l'autonomia che è sempre di 3 ore ma sulla brochure è comparsa...3 ore o più....
Per evitare furti o furberie varie si potranno rintracciare le sonde attraverso un' applicazione GPS quindi a prova di "allontanamento".
Che dire?
Miglioramento rispetto alla precedente, maggiore fluidità, migliore qualità dell'immagine, minor peso mantenendo la stessa autonomia... ci stiamo avvicinando alle prestazioni di un ecografo clinico? Mah vedremo!!!
Spero di poter verificare i miglioramenti sia con la sonda Convex che con la Phased Array.
Alla prossima!
P.S. Anche questa volta non me ne hanno regalata una!
giovedì 22 dicembre 2016
giovedì 3 novembre 2016
Prova sul campo sonde Wireless
Da poco ho avuto l'occasione di provare le sonde wireless di un ecoscan che si appoggiavano, per la visione delle immagini, ad un tablet.
Certo la risoluzione delle immagini, l'impossibilità di agire su comandi che io ritengo fondamentali, ne limitano un pò le possibilità d'impiego e l'accuratezza dell'immagine ma per un uso quotidiano in corsia è più che soddisfacente.
Vi è la possibilità di usare i tre principali tipi di probe: lineare,convex e fased array (sector), hanno un autonomia di circa tre ore ma, cosa utile, possono essere utilizzate in caso di emergenza, anche se è collegato il cavo di alimentazione.
Sono sonde multifrequenza (tranne la sector) e permettono una discreta risoluzione dell'immagine anche se, a onor del vero, non ho potuto "stressare" la macchina e le sonde come è mia abitudine fare durante le prove.
La lineare lavora con un range di frequenza di 7.5-10 Mhz, quindi una discreta risoluzione, il peso è di poco meno di 3oo gr con una profondità massima di scansione di 40 mm.
Il costo non è proibitivo e non male il rapporto qualità dell'immagine/velocità/prezzo.
Ovviamente siamo all'inizio e ci sono ancora spazi di miglioramento sia per la qualità dell'immagine sia per la possibilità di regolare alcuni comandi essenziali per chi, come il sottoscritto, è abituato ad aver a che fare con un ecografo clinico.
Allego il sito dove reperire ulteriori informazioni
http://otemedical.com/
Per i soliti benpensanti non me ne hanno regalato uno!
Certo la risoluzione delle immagini, l'impossibilità di agire su comandi che io ritengo fondamentali, ne limitano un pò le possibilità d'impiego e l'accuratezza dell'immagine ma per un uso quotidiano in corsia è più che soddisfacente.

Sono sonde multifrequenza (tranne la sector) e permettono una discreta risoluzione dell'immagine anche se, a onor del vero, non ho potuto "stressare" la macchina e le sonde come è mia abitudine fare durante le prove.
La lineare lavora con un range di frequenza di 7.5-10 Mhz, quindi una discreta risoluzione, il peso è di poco meno di 3oo gr con una profondità massima di scansione di 40 mm.
Il costo non è proibitivo e non male il rapporto qualità dell'immagine/velocità/prezzo.
Ovviamente siamo all'inizio e ci sono ancora spazi di miglioramento sia per la qualità dell'immagine sia per la possibilità di regolare alcuni comandi essenziali per chi, come il sottoscritto, è abituato ad aver a che fare con un ecografo clinico.
Allego il sito dove reperire ulteriori informazioni
http://otemedical.com/
Per i soliti benpensanti non me ne hanno regalato uno!
lunedì 12 settembre 2016
ULTRASONOGRAFIA O ECOGRAFIA INTRAVASCOLARE
Pubblico volentieri un lavoro di ricerca svolto da una studentessa del master MEPIO sull'ecografia intravascolare, lavoro originale vista anche la professione della collega Silvia Gentile: Ostetrica
L’ecografia intravascolare, conosciuta anche come eco-coronarica, ecografia endovascolare o ecocardiografia intravascolare, permette di ricevere delle immagini di tipo quantitativo e qualitativo direttamente dall’interno dei vasi arteriosi, ottenendo delle informazioni aggiuntive rispetto l’ecografia tradizionale esterna.
La tecnica viene utilizzata in sostituzione all’angiografia nei casi più complessi di coronaropatie durante l’ impianto di stent, risultando più performante.
IVUS (Intravascular Ultrasound) permette di eseguire misurazioni accurate dei vasi, coronarie nello specifico, dando la possibilità di pianificare un corretto e personalizzato piano terapeutico e/o chirurgico per il paziente.
LA SONDA:
Catetere per angiografia con trasduttore ultrasonoro miniaturizzato ad altissima frequenza (fino a 22MHz) applicato alla sua estremità1. I cateteri hanno un diametro che varia tra 2,6 e 3,5F (0,87-1.17 mm) per una lunghezza di 1 m.
LA TECNICA:
Per ottenere le immagini occorre che il vaso prescelto venga prima incannulato con un catetere guida poi, su di una guida di angioplastica viene fatto avanzare il trasduttore.
La sonda viene posizionata distalmente alla sezione coronarica lesionata oggetto di studio.
Successivamente il trasduttore viene fatto scivolare in senso distale-prossimale fino a raggiungere l’ostio del vaso, ottenendo una serie di scansioni trasversali del vaso, per tutta la sua lunghezza.
L’acquisizione delle immagini può essere eseguita manualmente o tramite un meccanismo automatizzato (pull-back automatico) che esercita una trazione del catetere ad una velocità
costante compresa tra
0,5 e 1 mm/sec.
Prima di inserire il
trasduttore IVUS nei
vasi coronarici è
indicato somministrare
di eparina in bolo
(5000UI) ed infondere
nitrati intracoronarici
(nitroglicerina 0,1-0,3 mg)2.
L’IVUS è una metodica invasiva, esattamente come la coronarografia, ma in questo caso si ottengono informazioni preziose riguardo il lume vasale, la parete vascolare e la placca aterosclerotica per via endovascolare.
Le complicanze legate alla procedura hanno una bassa incidenza (<1%): lo spasmo coronarico focale è la più frequente (3% delle procedure), riscontrabile nei pazienti con angina instabile e/o IMA (Infarto Miocardio Acuto); tra le altre complicanze si evidenziano
L’ecografia intravascolare, conosciuta anche come eco-coronarica, ecografia endovascolare o ecocardiografia intravascolare, permette di ricevere delle immagini di tipo quantitativo e qualitativo direttamente dall’interno dei vasi arteriosi, ottenendo delle informazioni aggiuntive rispetto l’ecografia tradizionale esterna.
La tecnica viene utilizzata in sostituzione all’angiografia nei casi più complessi di coronaropatie durante l’ impianto di stent, risultando più performante.
IVUS (Intravascular Ultrasound) permette di eseguire misurazioni accurate dei vasi, coronarie nello specifico, dando la possibilità di pianificare un corretto e personalizzato piano terapeutico e/o chirurgico per il paziente.
LA SONDA:
Catetere per angiografia con trasduttore ultrasonoro miniaturizzato ad altissima frequenza (fino a 22MHz) applicato alla sua estremità1. I cateteri hanno un diametro che varia tra 2,6 e 3,5F (0,87-1.17 mm) per una lunghezza di 1 m.
LA TECNICA:
Per ottenere le immagini occorre che il vaso prescelto venga prima incannulato con un catetere guida poi, su di una guida di angioplastica viene fatto avanzare il trasduttore.
La sonda viene posizionata distalmente alla sezione coronarica lesionata oggetto di studio.
Successivamente il trasduttore viene fatto scivolare in senso distale-prossimale fino a raggiungere l’ostio del vaso, ottenendo una serie di scansioni trasversali del vaso, per tutta la sua lunghezza.
L’acquisizione delle immagini può essere eseguita manualmente o tramite un meccanismo automatizzato (pull-back automatico) che esercita una trazione del catetere ad una velocità
costante compresa tra
0,5 e 1 mm/sec.
Prima di inserire il
trasduttore IVUS nei
vasi coronarici è
indicato somministrare
di eparina in bolo
(5000UI) ed infondere
nitrati intracoronarici
(nitroglicerina 0,1-0,3 mg)2.
L’IVUS è una metodica invasiva, esattamente come la coronarografia, ma in questo caso si ottengono informazioni preziose riguardo il lume vasale, la parete vascolare e la placca aterosclerotica per via endovascolare.
Le complicanze legate alla procedura hanno una bassa incidenza (<1%): lo spasmo coronarico focale è la più frequente (3% delle procedure), riscontrabile nei pazienti con angina instabile e/o IMA (Infarto Miocardio Acuto); tra le altre complicanze si evidenziano
trombosi acuta, dissezione del vaso, intrappolamento filo guida e slow-flow phenomenon
(flusso lento/stasi sanguigna).
I rischi, sebbene bassi, sono legati a: reazioni allergiche ai materiali o farmaci impiegati, sanguinamento della sede di inserimento del catetere, formazione di coaguli, ostruzione dello stent, aritmie, insufficienza renale in pazienti affetti da diabete o con una storia anamnestica positiva e nei casi più rari infarto del miocardio ed ictus.
Il paziente viene generalmente sedato, viene eseguita un’anestesia locale nella sede prescelta per l’introduzione del catetere, arto superiore o, preferibilmente, inguine. Attraverso l’arteria femorale il catetere viene spinto fino al cuore o al vaso oggetto di indagine.
Al termine dell’esame e della rimozione del catetere, il paziente viene tenuto sotto osservazione per una durata compresa tra 3 e 6 ore se l’esame viene eseguito durante una cateterizzazione cardiaca o di 12-24 ore se viene eseguito durante angioplastica, al fine di escludere e prevenire complicazioni.
IMAGING:
Nelle arterie coronarie si identificano due interfacce:
Il sangue appare come una struttura in movimento, poco ecoriflettente; questa caratteristica risulta essere particolarmente utile al fine di individuare eventuali dissezioni dei vasi.
In presenza
aterosclerotica gli strati evidenziati risultano essere due e non più tre.
Le dimensioni del vaso arterioso sono determinate dall’area delimitata della membrana elastica esterna ed il lume delimitato dal bordo dell’intima. Questa area viene denominata Cross Sectional Area (CSA).
Negli ultimi anni è stato introdotto un software che permette di elaborare i segnali ricevuti e produrre
delle immagini a colori a seconda del tipo di tessuto che si interfaccia con il fascio ultrasonoro (es. tessuto fibrotico di colore verde, tessuto necrotico di colore rosso, lipidi di colore giallo).
I rischi, sebbene bassi, sono legati a: reazioni allergiche ai materiali o farmaci impiegati, sanguinamento della sede di inserimento del catetere, formazione di coaguli, ostruzione dello stent, aritmie, insufficienza renale in pazienti affetti da diabete o con una storia anamnestica positiva e nei casi più rari infarto del miocardio ed ictus.
Il paziente viene generalmente sedato, viene eseguita un’anestesia locale nella sede prescelta per l’introduzione del catetere, arto superiore o, preferibilmente, inguine. Attraverso l’arteria femorale il catetere viene spinto fino al cuore o al vaso oggetto di indagine.
Al termine dell’esame e della rimozione del catetere, il paziente viene tenuto sotto osservazione per una durata compresa tra 3 e 6 ore se l’esame viene eseguito durante una cateterizzazione cardiaca o di 12-24 ore se viene eseguito durante angioplastica, al fine di escludere e prevenire complicazioni.
IMAGING:
Nelle arterie coronarie si identificano due interfacce:
-
tra il lume vasale e l’intima
-
tra la tonaca media e l’avventizia
Il sangue appare come una struttura in movimento, poco ecoriflettente; questa caratteristica risulta essere particolarmente utile al fine di individuare eventuali dissezioni dei vasi.
In presenza
aterosclerotica gli strati evidenziati risultano essere due e non più tre.
Le dimensioni del vaso arterioso sono determinate dall’area delimitata della membrana elastica esterna ed il lume delimitato dal bordo dell’intima. Questa area viene denominata Cross Sectional Area (CSA).
Negli ultimi anni è stato introdotto un software che permette di elaborare i segnali ricevuti e produrre
delle immagini a colori a seconda del tipo di tessuto che si interfaccia con il fascio ultrasonoro (es. tessuto fibrotico di colore verde, tessuto necrotico di colore rosso, lipidi di colore giallo).
di placca
L’ECOGRAFIA INTRAVASCOLARE CORONARICA:
Questa innovativa tecnica di imaging permette di studiare a 360° la sezione vasale del distretto coronario attraverso l’impiego di una tecnica intraluminale.
Ciò che la rende unica è la possibilità di ottenere un’analisi il più verosimile ed accurata possibile del vaso arterioso/coronario in esame a prescindere dall’angolo di proiezione del trasduttore.
Nel campo dell’aterosclerosi fornisce prospettive tomografiche delle coronarie e della placca aterosclerotica.
APPLICAZIONE DIAGNOSTICA ED INTERVENTISTICA:
L’applicazione dell’IVUS in campo diagnostico ed interventistico ha trovato molte adesioni in quanto permette di individuare l’arterosclerosi coronarica anche in quei pazienti che risultano avere una coronarografia negativa per via del fenomeno del rimodellamento positivo.
In conclusione lo spettro di azione risulta essere piuttosto ampio: valutazione della composizione della placca aterosclerotica, misurazione del grado della stenosi, valutazione delle dimensioni del diametro vasale, scelta del tipo di stent da applicare per l’angioplastica secondo il caso specifico e controllo post-stenting, valutazione delle lesioni coronariche angiograficamente sub-critiche localizzate nella regione ostiale, nelle biforcazioni o nel tronco comune, individuazione di complicanze legate alla procedura, valutazione del grado di re-stenosi, possibilità di agire efficacemente nei casi di dissezione aortica e
CONCLUSIONI:
L’ecografia intravascolare (IVUS) risulta essere il gold standard per la valutazione delle placche coronariche in vivo, soprattutto dopo l’introduzione di software che elaborano l’immagine con scale colorate.
BIBLIOGRAFIA:
Questa innovativa tecnica di imaging permette di studiare a 360° la sezione vasale del distretto coronario attraverso l’impiego di una tecnica intraluminale.
Ciò che la rende unica è la possibilità di ottenere un’analisi il più verosimile ed accurata possibile del vaso arterioso/coronario in esame a prescindere dall’angolo di proiezione del trasduttore.
Nel campo dell’aterosclerosi fornisce prospettive tomografiche delle coronarie e della placca aterosclerotica.
APPLICAZIONE DIAGNOSTICA ED INTERVENTISTICA:
L’applicazione dell’IVUS in campo diagnostico ed interventistico ha trovato molte adesioni in quanto permette di individuare l’arterosclerosi coronarica anche in quei pazienti che risultano avere una coronarografia negativa per via del fenomeno del rimodellamento positivo.
In conclusione lo spettro di azione risulta essere piuttosto ampio: valutazione della composizione della placca aterosclerotica, misurazione del grado della stenosi, valutazione delle dimensioni del diametro vasale, scelta del tipo di stent da applicare per l’angioplastica secondo il caso specifico e controllo post-stenting, valutazione delle lesioni coronariche angiograficamente sub-critiche localizzate nella regione ostiale, nelle biforcazioni o nel tronco comune, individuazione di complicanze legate alla procedura, valutazione del grado di re-stenosi, possibilità di agire efficacemente nei casi di dissezione aortica e
CONCLUSIONI:
L’ecografia intravascolare (IVUS) risulta essere il gold standard per la valutazione delle placche coronariche in vivo, soprattutto dopo l’introduzione di software che elaborano l’immagine con scale colorate.
BIBLIOGRAFIA:
-
CITTADINI Diagnostica per immagini e radioterapia - G. Cittadini,G. Cittadini, F. Sardanelli
-
MALATTIA CORONARICA. Fisiopatologia e diagnostica non invasiva con TC - F. Fedele, M. De Maria
- SITOGRAFIA
- https://books.google.it/books?id=qQXqzvg3rCQC&pg=PA68&lpg=PA68&dq=sonda+per+ecografia+intravas
colare&source=bl&ots=RJ5jGTgq2l&sig=DPKUzmVeDZYRSsR9igNI9kryQvQ&hl=it&sa=X&ved=0ahUKE
wiJwNPUy-
bOAhWEJhoKHdfRAWEQ6AEISzAG#v=onepage&q=sonda%20per%20ecografia%20intravascolare&f=fals
e
-
http://gennarinoborrello.jimdo.com/cos-%C3%A8-l-aterosclerosi/l-aterosclerosi-delle-arterie-coronarie/l-
ecografia-intracoronarica-ivus-e-la-tomografia-ottica-computeriz-oct/
-
http://it.healthline.com/health/ecografia-intravascolare#Panoramica1
-
http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/11097403
-
http://www.nuovainformazionecardiologica.it/
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