In questo pseudo articolo avevo citato sia parte di un post di questo blog sia il motto DA ME CONFEZIONATO in un rigurgito di pseudo intelligenza.
Ho visto riportate frasi prese a casaccio, stravolgere il senso del pensiero, far passare concetti che non mi sono mai sognato di trasmettere e, man mano che vengono scopiazzate parti di pensiero il risultato è sempre peggiore.
A parte in alcuni casi non aver citato la fonte, e va bene..., ma almeno preoccuparsi del senso!!! Riporto qui di seguito il pezzo integrale come lo avevo scritto.... secondo quanto pensavo io......
Ringrazio,comunque, chi ha cercato di divulgare l'ecografia infermieristica e sopratutto chi lo fa in ambiente professionale "ostile".
Ovviamente ho omesso volutamente chi, dove e quando.....
L’ecografia infermieristica è
ormai una realtà sdoganata da ciò che era una prerogativa esclusivamente medico
specialistica.
Da parte degli Infermieri questa
metodica non è correlata alla formulazione di una diagnosi ma è un utile aiuto
alle tecniche assistenziali personalizzate dirette al paziente, vero centro
dell’attenzione.
Attraverso questi corsi si vuole far conoscere
nell’ambito professionale, la potenzialità di una tecnica che permette di
risparmiare sofferenza al paziente, permette di ridurre i costi ed i tempi di
metodiche routinarie aumentando il rapporto efficacia/efficienza.
Ci sono alcuni
colleghi infermieri che collaborano attivamente affinchè questo percorso sia
compiuto e non si tratta di categorie ben definite ma è un chiaro esempio di
trasversalità professionale, dove si mettono in comune le conoscenze acquisite
al fine di formare una mentalità che non debba essere settoriale ma riesca a
fornire strumenti diversificati a seconda dell’utilizzo.
Ma quali sono
le metodiche che possono trarre beneficio dall’introduzione della tecnologia
ultrasonografica?
Si può
verificare, attraverso l’esplorazione ecografica vescicale, se il paziente è anurico o meno (non
sempre palpatoriamente ciò è possibile) potendo, in tal modo, indirizzare il
paziente ad un percorso diagnostico più idoneo al caso ed evitando cateterismi
vescicali dolorosi.
Verificando
attraverso l’ecoscopia se l’urina, contenuta in vescica, possa essere limpida o
meno, si può anticipare se il cateterismo
vescicale sarà o meno difficoltoso, se nella vescica vi sia la possibile
presenza di coaguli da evacuare, predisponendo, perciò, un cateterismo con un
catetere vescicale ad hoc evitando di sottoporre il paziente ad inutili e
ripetute manovre.
Si può
procedere a punture di vasi non reperibili con la tecnica blind,
all’incannulamento attraverso l’uso di dispositivi quali PICC o MIDLINE,
procedere al semplice prelievo per campionamento ematico ( venoso/arterioso)
quando non è più possibile il repere vascolare in pazienti obesi, sottoposti a
chemioterapia o con patologie concomitanti che rendano il patrimonio venoso
periferico non fruibile.
Si può
verificare se il paziente è “vuoto o pieno” attraverso il monitoraggio della
vena cava (in alcuni casi clinici molto più real time rispetto alla PVC tradizionale) attraverso un
semplice gesto non invasivo procedendo alla semplice rilevazione delle
dimensioni di questa vena, senza far diagnosi ma riferendo al medico il
risultato della rilevazione.
L’ ecografia è
utilizzata nei mezzi di soccorso, anche da personale infermieristico, per
verificare, attraverso un particolare metodica chiamata eco-fast la presenza o
meno di versamenti ematici intra addominali che potrebbero essere espressione
di un’ emorragia interna.
Questi sono
solo alcuni aspetti di ciò che l’ecografia infermieristica può permettere di
esplorare, ma ciò non è frutto di scienza infusa ma è il risultato di colleghi
che faticano giornalmente sia per l’acquisizione di una buona conoscenza anatomica
e, parallelamente, di una buona conoscenza della fisica e della tecnica
ultrasonica.
A dare maggior
apporto scientifico a tutto questo possiamo ricordare l’apertura del MEPIO,
master in Metodiche Ecoguidate Per Infermieri e Ostetriche, c/o l’ Università di Torino della durata di
un anno accademico dove si mette a disposizione del discente la conoscenza dei
vari tipi di ecografia da parte di professionisti che operano attivamente nel
campo dell’ecografia.
Non si
preoccupino i medici, l’infermiere in tale contesto, NON FORMULA UNA DIAGNOSI
ma raccoglie semplicemente segni ed informazioni che, altrimenti, non si
potrebbero ottenere in quanto l’utilizzo dell’ecografo sarà una tecnologia che
permetterà ad una professione di “vedere” meglio organi ed apparati altresì
nascosti.
Per il corso è stata interpellata la SIMEU (Società Italiana di Medicina
d’Emergenza e Urgenza) che possiede un’unità infermieristica dedicata
all’ecografia e che si occupa, in tutta Italia da almeno otto anni, di tenere
corsi esclusivamente infermieristici gestiti esclusivamente da infermieri per la divulgazione e la pratica dell’ecografia.
Questo assume maggiore importanza in un contesto sanitario dove i tagli
economici sono sempre maggiori in contrapposizione a richieste di assistenza
sempre più qualificate.
Ancora una
volta gli Infermieri hanno saputo rispondere attivamente, attraverso
l’acquisizione di una tecnologia avanzata, ad una richiesta di professionalità
con lo sguardo rivolto al benessere del paziente.
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